Occupazione femminile : l’Italia riparte dalle over 55

Il 2024 è stato un anno particolarmente significativo per il mercato del lavoro italiano, segnato da una crescita occupazionale solida e inaspettatamente trainata da una fascia spesso trascurata: le donne over 55. 

Lo evidenzia con forza il dossier “Tendenze dell’occupazione femminile nel 2024”, basato su dati Istat. I numeri parlano chiaro: non solo le donne hanno recuperato il terreno perso durante la crisi pandemica, ma lo stanno facendo in maniera strutturale, guadagnando posizioni di responsabilità e professioni altamente qualificate. Un segnale, questo, certamente incoraggiante, ma anche un invito all’azione, rivolto sia al mondo istituzionale che a quello imprenditoriale: se vogliamo che questa crescita diventi permanente, dobbiamo agire su leve strategiche come formazione, conciliazione vita-lavoro, e riduzione del divario di genere. 

Numeri alla mano: una crescita qualitativa, non solo quantitativa 

Nel 2024, le donne hanno rappresentato il 55% del saldo occupazionale annuale, con 227.000 nuove lavoratrici su 413.000 nuovi occupati complessivi. Un risultato ancora più rilevante se si considera la qualità dell’occupazione creata: tra il 2019 e il 2024 sono aumentate del 31% le donne in posizioni apicali (quadri, dirigenti, imprenditrici), mentre si registra una crescita significativa anche delle occupate nelle professioni intellettuali (+6,5%) e tecniche (+6,8%). 

Ben 284.000 nuove assunzioni femminili riguardano ruoli a elevata qualificazione: un dato che testimonia il crescente protagonismo delle donne nel mondo del lavoro qualificato, e che sfida gli stereotipi ancora troppo radicati. 

Over 55 protagoniste inattese del cambiamento 

La fascia d’età 55-64 anni ha avuto un ruolo decisivo nell’impennata dei livelli occupazionali. Una fascia spesso vista in passato come “vicina all’uscita”, oggi invece valorizzata per esperienza, affidabilità e capacità di adattamento. Il fenomeno potrebbe essere letto anche alla luce di dinamiche demografiche e pensionistiche: molte donne che negli anni precedenti avevano lasciato il mercato del lavoro, o ne erano state escluse, oggi vi rientrano spinte da necessità economiche, da nuove opportunità professionali o da una maggiore valorizzazione delle competenze acquisite nel tempo. 

Giovani donne: segnali positivi ma ancora fragili 

Non solo senior: anche tra le 25-34enni si registrano segnali incoraggianti. Il tasso di occupazione in questa fascia è passato in cinque anni dal 54,3% al 60,8%. Un trend che dimostra l’efficacia di alcune politiche attive sul lavoro e delle misure di incentivo all’assunzione giovanile, ma che ancora non basta a colmare il divario con i coetanei maschi o a garantire carriere stabili e ben retribuite. 

Sud protagonista: dove il lavoro femminile cresce di più 

A sorprendere è anche la dinamica territoriale: è il Mezzogiorno, spesso fanalino di coda nei rapporti occupazionali, ad aver registrato la crescita più marcata. Tra il 2019 e il 2024, le donne occupate al Sud sono aumentate di 146.000 unità, con una crescita del 6,4%, quasi il doppio rispetto a Nord e Centro. Nell’ultimo anno, il dato cresce ulteriormente fino al +3,9%, contro l’1,3% del Nord. Questo dato, se letto correttamente, può rappresentare un’opportunità strategica per le imprese che operano nel Mezzogiorno, soprattutto in chiave di sviluppo locale, attrazione di risorse qualificate e accesso a finanziamenti mirati (inclusi fondi PNRR e incentivi all’occupazione femminile). 

Criticità da superare 

Come evidenziato dal Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, “l’occupazione femminile sta crescendo, ma il divario con la partecipazione maschile resta importante, soprattutto nel Sud”. 

Persistono problemi strutturali che ostacolano una piena inclusione femminile nel mondo del lavoro: 

  • Part-time involontario (spesso imposto anziché scelto) 
  • Gap retributivo di genere 
  • Difficoltà di conciliazione tra lavoro e vita privata 
  • Barriere culturali e organizzative all’accesso a ruoli apicali 

 

Perché la crescita diventi strutturale e non episodica, è fondamentale investire in: 

  • Politiche attive mirate 
  • Welfare aziendale e flessibilità 
  • Formazione continua e upskilling 
  • Supporto alla genitorialità e cura 
  • Consulenza e strumenti per sostenere l’occupazione femminile 

Come studio di consulenza del lavoro, possiamo accompagnare aziende, enti e lavoratrici in percorsi concreti per promuovere e valorizzare l’occupazione femminile. 

Supportiamo le imprese nell’attivazione di agevolazioni, nella progettazione di piani di welfare aziendale inclusivo, nella gestione della flessibilità organizzativa e nella promozione di politiche interne attente alla parità di genere. 

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